Il sistema preventivo

Il “Sistema Preventivo” è la sorgente e la forza che muove l’educazione salesiana. San Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore dei Salesiani, era un uomo d’azione ma nel 1877 mise per iscritto le sue idee pedagogiche in un piccolo libro di sole sette pagine, intitolato “Il Sistema Preventivo nella educazione della gioventù”. Molti elementi di questo sistema sono ora presenti in numerosi ambienti educativi, ma all’epoca di Don Bosco erano una vera rivoluzione.

Spesso la prevenzione è vista unicamente come una necessità, un modo per evitare di dover rimediare in seguito a una situazione di difficoltà.

L’ambiente educativo deve essere quindi una palestra per il giovane, un luogo sereno nel quale imparare, anche grazie ai “buoni esempi”, i valori e gli strumenti atti ad affrontare in autonomia la vita con tutte le sue difficoltà e contraddizioni.

La parola prevenzione ha però per Don Bosco un significato più ampio: non occorre soltanto prevenire il male, ma far questo andando incontro al bene, così da farlo emergere in tutte le sue forme.

Occorre quindi avere ottimismo, riconoscere in se stessi e nel giovane un’energia capace di guidarlo verso l’autonomia, risvegliare la voglia di camminare, di costruirsi, dandone l’esempio in prima persona e aiutare il giovane a prendere coscienza delle sue qualità positive, offrendo al tempo stesso concrete possibilità per cui queste possano esprimersi al meglio.

È l’esempio dell’educatore, colui che è venuto prima, che guida il giovane attraverso questo processo di scoperta e formazione della propria personalità.

I nostri principi

Ragione

Porre la ragione al centro dell’educazione umana significa, essenzialmente, credere nell’uomo, nella sua capacità di apprendere, di decidere liberamente.
È un atto di fiducia e ottimismo nella persona.
Contrapposta alla ragione è l’istintività, anche emotiva: bella, certo, ma può giocarti dei brutti scherzi.

Religione

Un elemento molto importante, in quanto orienta l’uomo a Dio e lo rende capace di amare. Eppure anche davanti alla religione, la ragione ha la precedenza. Diceva infatti don Bosco: “mai obbligare i giovani alla frequenza dei Sacramenti, ma incoraggiarli e facilitarli nell’approccio a Gesù, facendo notare la bellezza e la santità di quella religione che propone mezzi così semplici per costruire una società civile“.

Amorevolezza

È la base di ogni azione educativa, ma “non è sufficiente amare i giovani, occorre soprattutto che i giovani stessi si sentano amati”.
E ancora, viceversa, “ognuno si faccia amare per educare i giovani”. Educare è quindi un donarsi in modo gioioso, trasmettendo gioia e serenità proprio con il dono di sé.
Questo amore si manifesta in una accoglienza del giovane così come egli è, con i suoi difetti e i suoi pregi, nella sua unicità.

Perchè scegliere noi

Don Bosco aveva affermato che la pratica di questo sistema è tutta poggiata sulle parole di San Paolo che dice: “La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene tutto”».

Don Bosco è convinto che solo Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare, e da ciò segue l’importanza della religione nel suo sistema educativo.

Fin da ragazzo Don Bosco aveva ricevuto il consiglio «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare il cuore dei giovani», una frase che segnò tutto il suo cammino.

L’amore per i giovani e soprattutto il farli sentire amati, attraverso l’interessamento ai loro giochi, alle loro vite e alle loro problematiche è quello che rende l’educatore un amico speciale, un fratello maggiore che guida il giovane verso l’autonomia.

Don Bosco diceva «Basta che siate giovani perché io vi ami assai», una frase che ci fa capire come egli guardasse al giovane con simpatia e che nella filosofia salesiana si traduce nella creazione di un canale di comunicazione tra educatore ed educando, che permette con il tempo la trasmissione di valori di vita e di fede.

Secondo Don Bosco in ogni giovane si trova «un punto accessibile al bene», grazie al quale è possibile instaurare questo rapporto di fiducia e insegnamento, volto ad aiutare il giovane a crearsi una personalità armonica e solida.

La ragione del Sistema Preventivo è dare fiducia alle forze di bene presenti in ogni persona, che l’educazione ha il compito di far crescere e maturare.

A Don Bosco interessava non solo la salvezza dell’anima del giovane ma anche il suo sviluppo mentale e sociale.

Oltre quindi ad educare al senso cristiano dell’esistenza, egli proponeva ai suoi ragazzi momenti di svago e protagonismo, quali teatro, musica e gioco, da inframezzare ad attività propedeutiche all’apprendimento di un mestiere con cui guadagnarsi la vita ed essere un onesto cittadino.

Questa idea sostenne Don Bosco in tutto il suo lavoro e per tutta la durata della sua vita.

L’educatore, secondo questa visione, è «un individuo consacrato al bene dei suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine, che è la civile, morale, scientifica educazione dei suoi allievi».

La competenza educativa, l’amore della “vita profonda”, lo sguardo positivo su se stessi e sugli altri e la “passione” per i giovani sono le caratteristiche che consentono ad un educatore di educare il giovane ad usare la propria libertà nel migliore dei modi.